Per guardare al futuro le giovani leve di Fratelli d’Italia nel febbraio del 2020 hanno scelto una location decisamente tradizionale. Nel Country house di Morro d’Oro, in provincia di Teramo, si “progettano emozioni”, assicura il sito dell’agriturismo scelto dai giovani patrioti. Tra la costa dell’Adriatico e il Gran Sasso, la maison è una delle mete preferite dalle coppie pronte a spendere i risparmi di una vita per festeggiare il matrimonio, un compleanno, una comunione o una cresima. 

Mancava un mese all’esplosione della pandemia. Il think-tank Astrolabio, gruppo che si occupa della formazione dei quadri di Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, aveva preparato con cura il weekend in full immersion. Il primo giorno del seminario “L’onda perfetta” si è aperto con un panel diretto dall’eurodeputato Raffaele Fitto, il principale artefice dell’ingresso del partito nel gruppo europeo dei conservatori, l’ECR (European Conservatives and Reformists Group). La sera i giovani aderenti al partito di Giorgia Meloni hanno ascoltato i “pensieri e riflessioni non conformi” di Marcello De Angelis, ex esponente di Terza Posizione, già parlamentare di Alleanza nazionale. Un discorso che sicuramente che ha colpito la platea. La sera, dedicata ad “arrosticini, birra e musica identitaria”, in coro hanno cantato “Claretta e Ben”, il brano più noto dei 270 bis, il gruppo di rock di destra dello stesso De Angelis: “E io ho il cuore nero / E tanta gente / Mi vorrebbe al cimitero / Ma io ho il cuore nero / E me ne frego e sputo / In faccia al mondo intero”, è il refrain, cantato dai giovani patrioti con trasporto e qualche saluto romano [1]

Folclore e senso di appartenenza, probabilmente.

La parte di formazione più teorica arriva il secondo giorno. L’ospite d’onore è ancora lui, Aleksandr Dugin, in collegamento video da Mosca, pronto a dialogare con l’ormai inseparabile Rainaldo Graziani, presente sul palco dell’evento. Il tema? La visione geopolitica del politologo, con tanta Eurasia ed un pizzico di “soggetto radicale”, ça va sans dire.

Il mondo giovanile di Fratelli d’Italia è magmatico e, nello stesso tempo, una delle colonne portanti del partito di Giorgia Meloni. Oltre a “Gioventù nazionale” la galassia della forza politica principale della destra italiana da tempo ha intessuto relazioni strette con la rete identitaria italiana. E’ la nuova destra, cresciuta attorno al concetto della “grande sostituzione etnica”, con un nemico dichiarato, le migrazioni e le organizzazioni umanitarie impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo centrale. 

Si chiama “rete identitaria”, network che riunisce associazioni e gruppi politici presenti in trentotto città italiane, dalla Puglia alla Lombardia. L’asse portante sono le sigle giovanili di Fratelli d’Italia: Gioventù nazionale e Azione studentesca. In Toscana hanno una forte base nel gruppo Casaggì, a Roma contano con la partecipazione attiva di Magnitudo Italia, a Milano hanno recentemente stretto un’alleanza con Sacrum facere. Tradizione, culto di Evola, campi di formazione, con addestramento al combattimento e alle arti marziali. Il modello di riferimento è quello di Generazione identitaria ancora una volta, rete europea nata in Francia nel 2012, il cui gruppo originario è stato sciolto nel marzo del 2021 dal ministero dell’Interno di Parigi. Non è un caso che nel primo campo di formazione, dell’estate del 2018, tra gli ospiti ci fosse anche Marco Malaguti, responsabile politico di Generazione Identitaria in Italia fino a pochi mesi prima.

Il movimento identitario nasce a Parigi con il Bloc Identitaire, organizzazione erede dalla disciolta Unité radicale nel 2002. Ispirata alla corrente della nouvelle droite (la scuola della nuova destra francese che fa riferimento al GRECE di Alain de Benoist e, soprattutto negli ultimi anni, al pensiero ultratradizionalista di Dominique Venner e di Guillaume Faye [2], nel 2012 dà vita al movimento giovanile Generation Identitaire. Pochi mesi dopo un gruppo di militanti della destra giovanile italiana, guidati dal milanese Lorenzo Fiato, crea una succursale nel nostro paese, che rimane attiva fino al 2018. Generazione identitaria nel 2017 organizza la missione navale della C Star, un vascello che per circa un mese cercherà di impedire le missioni di salvataggio umanitario dei migranti naufraghi nel mediterraneo centrale. 

Finita quell’azione, il movimento identitario in Italia di fatto si scioglie, con l’uscita di alcuni membri storici (Marco Malguti, ad esempio, che era tra i fondatori della sezione italiana). In una sorta di passaggio del testimone – se non effettivo, sicuramente politico – nel 2018 viene lanciata la rete del laboratorio identitario. Nel settembre del 2019 appare il primo bollettino, Agoghé, stesso nome utilizzato per i campi di formazione estivi. Nell’ultima pagina c’è l’elenco delle associazioni aderenti, dove i gruppi giovanili di Fratelli d’Italia giocano un ruolo da protagonista. Fanno parte della rete identitaria le sezioni di Gioventù nazionale di Arezzo, Bari, Cagliari, Cremona, Empoli, Genova, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Padova, Rieti, Venezia e Viterbo. 

La rivista è concepita come strumento di formazione politica e ideologica dei giovani militanti. Il linguaggio è ripreso dal “movimentismo” anni Settanta, quando ai doppiopetti del Msi si contrapponevano i fascisti pronti all’azione di Terza posizione o delle altre sigle dell’epoca: “Il silenzio della  montagna, alle prime luci del mattino, porta con sé il mistero della terra: gli odori e i rumori della natura, d’improvviso, riaccendono il fuoco essenziale dell’animo romano”, si legge nell’editoriale del primo numero [3]. La cultura – per i giovani camerati – è prima di tutto fisicità, ovviamente “maschia”: “Due lunghe file – ordinate e dritte – si dispongono frontalmente, senza proferire una sola parola. Qualche attimo di calma, poi il segnale: una breve corsa verso l’impatto, come nelle antiche cariche di cavalleria. Qualche minuto di mischia, con guardie alte e colpi netti, poi di nuovo la quiete (…) Non è la brutale pratica della violenza di strada o il rude addestramento al massacro del diverso, ma la pura e semplice disciplina marziale”. Il gesto per il gesto.

La rivista riporta e pubblicizza la biblioteca del perfetto militante della destra del XXI secolo. E alla fine non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Sempre nel primo numero, a pagina 5, c’è una citazione di Evola che prende l’intero spazio: “E’ importante, è essenziale, che si costituisca una élite la quale, in una raccolta intensità, definisca secondo un rigore intellettuale ed un’assoluta intransigenza l’idea, in funzione della quale si deve essere uniti, ed affermi questa idea soprattutto nella forma dell’uomo nuovo, dell’uomo della resistenza, dell’uomo dritto fra le rovine. Se sarà dato andar oltre questo periodo di crisi e di ordine vacillante e illusorio, solo a quest’uomo spetterà il futuro. Ma quand’anche il destino che il mondo moderno si è creato, e che ora sta travolgendolo, non dovesse esser contenuto, presso a tali premesse le posizioni interne saranno mantenute: in qualsiasi evenienza ciò che potrà esser fatto sarà fatto e apparterremo a quella patria, che da nessun nemico potrà mai essere né occupata né distrutta. Julius Evola, Orientamenti”.

Il vate del pensiero tradizionalista di Ordine nuovo è poi il riferimento più citato nelle bibliografie. Oltre alle sue opere nei “consigli di lettura” troviamo anche Rutilio Sermonti e le opere di Paolo Giachini, l’avvocato amico di Evola che per quindici anni ha seguito, protetto e promosso la causa del boia delle Fosse Ardeatine Erich Priebke. Sermonti fu uno dei fondatori e dirigenti più importanti di Ordine Nuovo e nel 2014, poco prima di morire, fu indagato nell’ambito dell’inchiesta “Aquila nera” con l’accusa di essere l’ideologo di « Avanguardia Ordinovista ». Lo spazio principale nella rivista Agoghé è però dedicato alla casa editrice dell’area identitaria “Passaggio al bosco”. Il nome è ripreso dall’opera più conosciuta di Ernst Jünger nell’ambiente della destra radicale italiana. Nel catalogo sono presenti le principali opere di Dominique Venner, “l’autore più letto in questo momento nella comunità”, come racconta un editore dell’area.

La simbologia di riferimento nella cosmogonia dei giovani militanti di Fratelli d’Italia riporta – ancora una volta – alla Germania degli anni ’30. Nel numero di Agoghé del novembre 2019, in una doppia pagina dedicata al rito del solstizio d’inverno, c’è un box intero per la lampada di Yule, la Julleuchter: “Durante il nazionalsocialismo venne adottata, per volere di Himmler, come onorificenza da consegnare alle Waffen SS”, spiegano gli autori. Nella stessa pagina c’è il racconto del solstizio, vissuto come un evento fondamentale nella formazione del militante della destra: “Ci siamo preparati, come ogni anno, a vivere nei migliori dei modi questa notte di veglia e di lotta a fianco del Sol Invictus (…) Chi siamo noi per esimerci dal mito, per allontanarcene, per credere di poterne fare a meno, per permettere che ce ne privino?”. 

La comunità identitaria di Agoghé può contare sulla stretta alleanza con un network editoriale sempre più organizzato. Nell’ultimo campo di formazione della scorsa estate, sotto lo slogan “Idee e progetti per la guerriglia culturale”, il dibattito più importante ha visto protagonisti i principali editori d’area. C’era Marco Benedetti, in rappresentanza del Primato nazionale, il mensile di riferimento di Casapound, che negli ultimi anni si sta imponendo come vera e propria cerniera nell’area dell’estrema destra, in grado però di dialogare anche con la cultura e politica più mainstream; Andrea Biondo, editore della Cinabro, nuovo marchio nato dalla storica libreria e associazione culturale Rando di Roma, trasformata un anno fa in srl; Marco Carucci, a capo della Ferrogallico, casa editrice di fumetti, dirigente fino a qualche anno fa di Forza nuova Lombardia e amico e compagno di classe di Matteo Salvini; infine il fondatore di Passaggio al bosco, Marco Scatarzi.

E’ la punta di un iceberg editoriale, rimasto sommerso per anni, che oggi mira alla “verticalità”, a influenzare la politica di destra a palazzo, da Matteo Salvini a Giorgia Meloni. Lo snodo si chiama Altaforte, ed è una delle ultime iniziative imprenditoriali di Casapound. 

Il filone di affari del movimento presieduto da Gianluca Iannone, che oggi appare maggiormente in espansione, è l’attività editoriale. Un’operazione prima di tutto politica, che punta a coagulare i movimenti della destra neofascista. Alla fine del 2017 hanno lanciato la rivista mensile “Il primato nazionale”, con le prime copertine al vetriolo dedicate a tutti i nemici politici del movimento. Da papa Francesco a Saviano. L’ultimo numero del 2021 cambia genere ed ha l’aspetto di un manifesto politico: “Sveglia intellettuali. Egemonia culturale: istruzioni per conquistarla”.

Il marchio editoriale di Casapound è Altaforte, controllato dalla Sca 2080. Il socio principale è la Minerva Holding, cassaforte della famiglia Polacchi di Roma, lo stesso gruppo a capo della Pivert, la casa di moda apertamente e dichiaramente di destra e identitaria.

Si presenta oggi come “La casa degli editori” e distribuisce i libri di dieci marchi dell’area della destra radicale [4]. Nel catalogo di Altaforte sono entrati anche i fumetti di Ferro gallico, area Forza nuova. Tra i soci ci sono Federico Goglio, alias Skoll, musicista del filone nazirock: “Ferro, fiamme, liberami! Estetica ed onore… L’era della spada tornerà”, sono le rime di una delle sue canzoni più conosciute, cantate anche nei campi di Agoghé. In Ferro gallico c’è poi Alfredo Durantini, candidato di Forza nuova per le politiche del 2018 e Marco Carucci, portavoce, fino a qualche anno fa, del partito di Roberto Fiore in Lombardia. 

Tra gli ultimi arrivati nel portfolio di Altaforte c’è poi Aga, il gruppo editoriale diretto da Maurizio Murelli, l’editore del gruppo Orion. Nella libreria dei fascisti del nuovo millennio non possono poi mancare i libri della neonata casa editrice “Passaggio al bosco”, derivazione del gruppo Casaggì, vicino a Fratelli d’Italia. Tra i volumi offerti c’è “Donbass, una guerra in Europa”. Prefazione dell’immacabile Dugin con, tra gli autori vari, anche Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia Russia, uomo di relazione con Mosca di Matteo Salvini. Nella lunga intervista di presentazione del libro pubblicata da Sputniknews, Savoini presenta così l’opera: “E’ un libro a più mani. Io mi sono occupato dell’aumento della tensione tra Russia e NATO dopo la fine dell’URSS, che ha portato alle finte rivoluzioni « colorate » antirusse sponsorizzate dagli americani”.

Nel catalogo di Altaforte c’è poi l’editore Idrovolante, che distribuisce le opere dell’avvocato storico di Casapound Domenico Di Tullio, del figlio dell’ideologo del movimento Carlomanno Adinolfi e dell’ex Terza posizione Marcello De Angelis, senatore della Casa delle libertà nella XV legislatura. Idrovolante fa parte del gruppo editoriale che pubblica la rivista di “Nazione futura”, think-tank che nel 2019 ha organizzato a Roma l’incontro “Europa sovranista”. Tra gli ospiti spiccava Benjamin Harnwell, punto di riferimento in Italia di Steve Bannon, tra i fondatori del Dignitatis Humanae Institute, la scuola dei populisti che aveva preso in gestione il convento di Trisulti, poi sfrattato dopo una lunga querelle giudiziaria con il Ministero dei beni culturali. 

La distribuzione della casa editrice legata a Casapound punta da qualche anno ad una stretta sinergia con la rete del marchio Pivert. Attualmente Altaforte gestisce direttamente due librerie, una a Cernusco sul Naviglio – dove ha la sede centrale e la redazione – e a Piacenza. Si appoggia agli store che già vendono da tempo le felpe e i vestiti preferiti dal partito di Iannone. Camicie nere e testi squadristi, il corredo perfetto del camerata. 


Brano tratto da:

Il ritorno del Reich


[1] Video pubblicato sul profilo pubblico de “L’astrolabio”: https://www.facebook.com/astrolabiotraccialarotta/videos/873633019679587(consultato il 26 dicembre 2021)

[2] Politologo di estrema destra francese, nato il 7 novembre 1949 a Angoulême e morto a Parigi il 6 marzo 2019. Creatore del movimento archeofuturista, che propone la convergenza tra la tecnologia e i “valori arcaici”. Faye ha contribuito alla fine degli anni ‘90 a diversi incontri di formazione del gruppo Trans Lineam di Rainaldo Graziani, erede del movimento “Meridiano zero”.

[3] Collezione disponibile su https://issuu.com/bollettino-agoghe (consultato il 9 gennaio 2022)

[4] Oltre allo stesso Altaforte, la casa editrice distribuisce Ferrogallico, Aga, Novantico, Passaggio al bosco, Eclettica, Idrovolante, Ritter, Bietti, Gingko, Aspis.

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