Le Mascherine tricolori di Casapound

Si fanno chiamare Mascherine Tricolori, ma una volta levato quel pezzo di stoffa che nasconde il volto gli sguardi sono quelli dei militanti di Casapound. Per scoprirlo basta scorrere l’elenco di chi si è unito al canale omonimo. Pagine e account sono stati aperti anche su Twitter, Facebook e Instagram. Tra i membri compaiono numerosi dirigenti di primo piano tra i quali Francesco Polacchi, Davide di Stefano e Angela de Rosa. L’amministratore è l’utente Mask 451 che tra le foto del profilo ha un primo piano del capo politico di Casapound Simone di Stefano. L’obiettivo è quello di manifestare ogni sabato nelle piazze “contro la dittatura sanitaria” di uno Stato che, secondo quanto si legge nei volantini pubblicati e affissi, vuole far fallire la nazione. Alla pagina Facebook, che condivide anche post di Matteo Salvini, è collegato il gruppo “Tutti a Roma con le Mascherine Tricolori” che promuove una grande manifestazione nella capitale. Tra tanti che scrivono c’è chi si dice pronto a marciare su Roma pubblicando la foto rigorosamente a volto coperto con al collo una tartaruga, una croce celtica e un fascio littorio. Con l’inizio della Fase 2 Casapound esce dall’ombra. Collette alimentari fino a ora poco pubblicizzate diventano grandi raccolte di generi di prima necessità consegnate a famiglie italiane indigenti e accompagnate da reportage fotografici molto accurati, manifestazioni di piazza e una nuova occupazione a Ostia. Nel Municipio X, dove i neofascisti hanno eletto un consigliere nel 2016, in via delle Baleniere è nata Area 121. L’edificio, di proprietà dell’Aeronautica militare, darà alloggio a nuclei famigliari senza casa. Secondo quanto riportato da Fanpage Casapound si sarebbe presentata a occupazione già avvenuta proponendo di farne una sorta di centro politico e organizzativo.

Le tartarughe di via Napoleone III, che oscillano tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, stanno si preparano a sfruttare il malcontento di ampie categorie di popolazione che soffrono le conseguenze della crisi economica. Tornano le parole d’ordine di un tempo, come lo slogan “alcuni italiani non si arrendono”, accanto alle teorie complottiste e alla campagna contro l’Europa.

Per sabato 9 maggio è prevista la seconda manifestazione delle Mascherine Tricolori che non vogliono comunicare i luoghi degli appuntamenti per non incorrere nelle sanzioni previste in caso di assembramento.

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