Mario Borghezio alla Convention identitaire

All’armi siam leghisti

Generazione identitaria è una galassia opaca e in fermento. Ha però un punto fermo, un’alleanza storica mai rinnegata, anzi. Rapporti antichi – che risalgono almeno ad una decina di anni fa – con il mondo della Lega nord con la galassia identitaria francese. Alleanze strette tra esponenti di punta del leghismo, con in prima fila Mario Borghezio, e i fondatori di Bloc identitaire, Robert Fabrice e Philippe Vardon. Quest’ultimo leader indiscusso della formazione regionalista Nissa rebela, cuore della nouvelle droite francese, laboratorio dell’estremismo xenofobo. I legami e le alleanze politiche ‒ nate oltralpe – arrivano fino ad oggi, entrando a pieno titolo nella strategia di alleanze di Matteo Salvini.

I SALVINI BOYS

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Lorenzo Fontana, vicesegretario federale della Lega Nord, europarlamentare dal 2009 nel gruppo dell’ENL

Il vice presidente della Lega Lorenzo Fontana in un’intervista del 25 febbraio 2015 a “La voce”, ripresa dal think tank legista “Il Talebano”, spiegava: “È evidente che con Salvini è in atto un’evoluzione: da partito solo territoriale ci proponiamo come riferimento nazionale, mediante i movimenti federati e identitari riuniti sotto all’ala ‘Noi con Salvini’”. Una federazione che include, in posizione di forza, anche gli organizzatori della missione Defend Europe. Era la vigilia della manifestazione romana di Matteo Salvini, salito sul palco di piazza del Popolo insieme a Casapound il 28 febbraio 2015. Il viatico per alleanze future, una federazione della destra, anzi, delle destre, che ha preso forma nel convegno – solo ad inviti ‒ “Mille patrie”, organizzato da “Il Talebano” qualche ora prima del comizio. Anche in quella occasione in prima fila c’era l’organizzazione francese “Bloc identitaire” e l’italiana “Generazione identitaria”. Vincenzo Sofo, agit-prop vicinissimo a Salvini, fondatore de “Il Talebano”, su questo fronte è l’uomo chiave. Nell’incontro “Verso una Lega nazionale” organizzato da Mario Borghezio a Roma il 21 aprile del 2015, ha concluso il suo intervento parlando di “progetto identitario”, come della via per l’unione dei vari gruppi della destra italiana.
I rapporti con la Lega dell’era salviniana di Lorenzo Fiato, 24 anni, il presidente di Generazione Identitaria in Italia, sono evidenti e mai nascosti. Partecipa come rappresentante di Generazione Identitaria al convegno “Verso una Lega nazionale”. E ancora, nel tour di lancio della missione Defend Europe – che tra giugno e agosto ha toccato una decina di città, soprattutto nel nord Italia – in almeno due occasioni organizza gli incontri insieme al “Movimento dei giovani padani”, sigla giovanile della Lega Nord. Rapporti, quelli con gli identitari, di vecchia data: “La Convenzione Identitaria ci ha permesso, da un lato di ritrovare movimenti con i quali avevamo relazioni più vecchie come i Joventuts Identitàries per Catalunya, il Movimento Giovani Padani della Lega Nord, o ancora il sindacato dei studenti fiamminghi KVHV, e dall’altro di incontrare i militanti del W.I.R. – Wiens Identitäre Richtung, gli Identitari di Vienna, e di rinforzare i nostri legami”, si legge in un comunicato del 2012 pubblicato sul sito della francese Generation Identitaire. Link, legami, connessioni nati e cresciuti nella Francia meridionale, dove è più forte la presenza degli identitari.

BORGHEZIO IN MISSIONE

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Mario Borghezio, esponente della Lega Nord. Europarlamentare dal 2001

Mario Borghezio, eurodeputato storico della Lega nord, ha un’antica e consolidata frequentazione con gli ambienti della destra estrema francese, soprattutto con l’area identitaria. Nel 2009 le telecamere di Canal+ lo hanno sorpreso mentre forniva consigli e strategie ai camerati di Nissa rebela: “Bisogna insistere molto sul lato regionalista del nostro movimento”, spiegava in privato dopo il suo intervento, “è un buon modo per non essere classificati come fascisti nostalgici, ma come un nuovo movimento regionale, cattolico. Ma sotto, noi siamo sempre gli stessi”. Borghezio quello stesso anno partecipa con un intervento applauditissimo alla convenzione identitaria nazionale in Francia, dove incita il pubblico con lo slogan “Una Democrazia con una precisa identità, Populista, si Populista!”. Sostegno che si ripete poi nel 2012, con parole poi riprese – criticandole ‒ da moltissimi media francesi: “Dobbiamo usare i libri, le idee, ma anche il bastone, dobbiamo bastonare quando è necessario”. Per poi aggiungere entrando nel cuore dell’identitarismo: “Un popolo è il sangue, una etnia, le tradizioni, i nostri ancestrali. Viva i bianchi, viva l’Europa, viva la nostra etnia, viva la nostra razza!”. Seguono applausi che valgono più di un qualunque patto scritto. In quella stessa assise poco prima era intervenuto un altro leghista in missione ufficiale, il giovane Massimiliano Bastoni. “Il programma prevedeva un intervento di mezz’ora”, ricordano le cronache d’oltralpe (link), “ma lui pronuncia appena qualche frase banale per tre minuti. Era per lasciare spazio all’intervento di Borghezio”. Ubi maior.

(Pubblicato su Famiglia cristiana il 9 settembre 2017)

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