Strage di Bologna. I servizi: “Fermate quel giudice”
Il boato dell’esplosione e l’immagine degli 85 morti avevano come paralizzato Bologna, la città simbolo di quella parte del paese ostinatamente antifascista. Era il 1983, lo squarcio sul muro della sala d’aspetto di seconda classe della stazione era l’immagine di una ferita ancora più profonda rispetto alla bomba del 2 agosto. Il paese, in quel momento, appariva rivoluzionato. Il primo governo socialista della storia italiana, guidato da Bettino Craxi. La loggia P2 oggetto di una commissione parlamentare d’inchiesta, i legami – profondi, radicati – del sistema Gelli che emergevano giorno dopo giorno sulle prime pagine dei giornali. Eppure la via…